Rassegna Giurisprudenziale

Cass. Pen., sez. II, sentenza n. 43884 del 22.10.2014

Cass. Pen., sez. II, sentenza n. 43884 del 22.10.2014: la grave inimicizia tra l’avvocato e il giudice non è motivo di ricusazione. Le posizioni interpersonali di inimicizia grave tra difensore e giudice (o un suo prossimo congiunto), non sono previste nel vigente sistema normativo quali possibili cause di ricusazione. Lo ha stabilito la Corte pronunciandosi sul ricorso di un avvocato avverso l’ordinanza di inammissibilità della Corte d’Appello di Trieste dell’istanza di ricusazione dal medesimo proposta contro il Presidente della sezione penale del tribunale...

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Cass. Civ., sentenza n. 22234 del 20.10.2014

Cass. Civ., sentenza n. 22234 del 20.10.2014: la rinnovazione tacita del contratto va desunta dall’inequivocabile volontà delle parti di mantenere in vita il rapporto. La rinnovazione tacita del contratto di locazione deve essere desunta da elementi idonei a dimostrare in modo inequivoco la volontà delle parti di mantenere in vita il rapporto locativo, con la rinuncia tacita, da parte del locatore, “agli effetti  prodotti dalla scadenza del contratto”. Non è desumibile, invece, dalla mera circostanza della permanenza del conduttore nella detenzione del bene locato oltre la scadenza del...

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Cass. Civ., sentenza n. 22195 del 20.10.2014

Cass. Civ., sentenza n. 22195 del 20.10.2014: divenuta inefficace la chiamata per testamento si da luogo alla successione legittima. Cosa accade se emerge la volontà di escludere un erede? La Cassazione ha prima di tutto ricordato che la perdita del diritto di accettare l’eredità ex art. 481 c.c. comporta anche la perdita della qualità di chiamato all’eredità e di conseguenza l’inefficacia della chiamata all’eredità per testamento con l’ulteriore conseguenza che non si verifica la coesistenza di una successione testamentaria e di una successione legittima, ma si...

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Cass. Civ., sez. VI, sentenza n. 22531 del 23.10.2014

Cass. Civ., sez. VI, sentenza n. 22531 del 23.10.2014: illegittima la sentenza che rigetta la domanda perché l’avvocato ha scelto un rito sbagliato. Se la parte commette un errore nel qualificare la domanda, ma per il giudice è possibile pronunciarsi a mezzo sua interpretazione – pur sempre nei limiti della corrispondenza tra il chiesto e il pronunciato – è illegittima la decisione che rigetta in toto, nel merito, la domanda quando l’errore è circoscritto alla scelta del mero rito.

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Cass. Civ., sez. III, sentenza n. 22352 del 22.10.2014

Cass. Civ., sez. III, sentenza n. 22352 del 22.10.2014: va risarcito l’affare perso per la consegna tardiva dell’immobile locato. Va sempre risarcito il danno provocato dal ritardato rilascio dell’immobile una volta accertato il nesso causale col pregiudizio economico sofferto dal locatore. E, nel verificare tale nesso, il giudice deve effettuare una valutazione prognostica ex ante, valutando cioè se, in mancanza del ritardo, il proprietario avrebbe potuto secondo la regolarità causale concludere l’affare. Lo ha stabilito la Corte accogliendo il ricorso di una S.p.a. proprietaria di due...

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Cass. Civ., sez. III, sentenza n. 22330 del 22.10.2014

Cass. Civ., sez. III, sentenza n. 22330 del 22.10.2014: gestore responsabile anche per le aree private. L’ente proprietario di una strada deve garantirne la sicurezza anche per i pericoli creati dai terreni circostanti, anche se sono aree private. E, se fosse impossibile eliminarli, deve chiudere il traffico. E’ un ulteriore richiamo alla responsabilità del gestore della strada.

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