Oggetto centrale di questo lavoro è il problema del rapporto tra Coscienza e Diritto nell’itinerario filosofico di Jean- Paul Sartre. La ricerca, tuttavia, è tesa a comprendere, e porre in risalto, anche mediante l’analisi delle riflessioni strutturate ad opera di precedenti autori, se i due termini dell’anzidetto rapporto costituiscono, sul piano dualistico ed antinomico, dimensioni assolute della condizione umana, ovvero se sia rilevabile un’unità tra essi, nel senso della riducibilità dell’uno nell’altro.
La discussione dell’argomento si costruisce ed articola sulla chiarificazione del senso ultimo dell’ontologia fenomenologica sartriana, impostata in virtù della differenziazione tra coscienza e realtà, senza escludere riferimenti ad elaborazioni di pensiero tracciate da parte non solo di altre scuole filosofiche, ma anche, e più ancora, della corrente esistenzialistica in generale. L’attenzione è indirizzata, inoltre, ad individuare ed approfondire gli aspetti fondamentali della coscienza, intesa in termini di nullificazione, in connessione con quelli sia del “per-altri” e della libertà, sia del nulla.
La disamina del fenomeno giuridico muove ed è supportata da considerazioni fondate sulla partizione essenziale tra insiemi pratico-inerti (serie e collettivi) e gruppo (in fusione e organizzato) e tra questo e l’istituzione. Entro siffatto ordine concettuale si inquadra la presentazione del diritto, nella qualificazione che Sartre, sotto il profilo del terrore, ne offre, in vista di pervenire ad una indagine comparativa con le più rilevanti teorizzazioni dell’esperienza giuridica stessa.
Questo studio, afferma l’autore, trova il suo naturale compimento nell’idea sartriana, “della fiducia nell’uomo e nella sua … capacità di progettare il proprio destino contro ogni sorta di ‘cose’ e situazioni alienanti”.
Coscienza e Diritto in J.P. Sartre
Editore: C. G. M. Edizioni
Collana: I libri di Antonio Calicchio
Pagine: 154
Anno di prima edizione: 2012
Prezzo: 18,00 €
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