Esserci

Esserci, non è banale, né qui, né altrove. Un attimo e il coro di chi rimane recita salmi di stupore: era giovane, anziano ma stava bene, non si sa mai quando avviene, quasi che il trapasso fosse una sorpresa, una eccezione alla regola di un essere perenne. Scorgo verità in questo pensiero dissipatore della nostra vita: tanto il tempo c’è. C’è il desiderio che il tempo prosegua, promessa di chi ci ha generati, accuditi, amati dal principio alla fine, per poi risorgere. Lo crede anche chi non crede, perché l’esistenza è così, anela ad essere eterna; lo sfogliamo in queste parole: un altro giorno e un altro ancora noi attendiamo. Per questo, l’oscurità ci meraviglia e ci fa parlare, e se chi è dipartito era da noi conosciuto, ci pare di vederlo nel suo camminare, di notare la schiena che si volta, lo cerchiamo, ma non lo troviamo, eppure ci sentiamo accompagnati, dalla sua presenza come fosse viva. E con la credenza della vita già risorta, si ha la forza di dire a chi incontriamo: noi ci siamo.

07.10.2013